Il tesoro dell'Africa
Il karitè è un albero maestoso simile alle nostre querce, presente in una larga zona dell' Africa centrale, il suo nome botanico è Butyrospermum parkii, in onore
di un viaggiatore scozzese del 700 (Mungo Park) che ce lo ha fatto conoscere dopo averlo scoperto durante un'esplorazione fra le popolazioni indigene che lo chiamavano "l'albero della salute e della giovinezza". Il frutto del Karitè è composto da noci avvolte da una buccia sottile con all'interno una polpa gelatinosa in cui si trovano i preziosi semi con burro mescolato a lattice...
Tutto ha inizio a luglio e termina a settembre, ma possiamo minimamente immaginare quanto lavoro c'è dietro la raccolta di questi frutti?
Per 20 grammi di burro sono necessarie circa 100 noci ed è un duro lavoro che spetta a donne e bambini. L'importante è fare in fretta per non lasciare troppo tempo al sole i frutti per evitare la macerazione e portarli interi fino a casa, inoltre durante la raccolta c'è molto da camminare per raggiungere più alberi possibili. Vengono stesi a terra a seccare, poi viene separata la polpa (che si darà in pasto agli animali), infine si fanno seccare su dei forni e riposte in granai o dentro buche create nel terreno, poi il momento dell'estrazione che avviene artigianalmente.
Le noci vengono polverizzate con mortai di legno ed è un lavoro faticosissimo e stremante sempre a carico delle donne. Quando si ottiene una pasta grezza ripulita dai grumi, si immerge in acqua e mescolata con le mani per ore. Si lascia così l'impasto e piano piano il burro di Karitè si separa dall'acqua galleggiando, le donne con le mani lo recuperano e lo fanno bollire per togliere le impurità finchè diventa una pasta biancastra che verrà divisa in pani e racchiusa tra le foglie del suo albero. Ecco da dove viene il burro di Karitè, dal lungo e faticoso lavoro delle donne africane che ci donano una sostanza così preziosa, idratante, emolliente, per la pelle, per i capelli, per le labbra, per i bambini, come cicatrizzante del cordone ombelicale dei neonati, per i massaggi, per trattamenti reumatici e per mille altre cose...grazie alle donne africane!!!
di un viaggiatore scozzese del 700 (Mungo Park) che ce lo ha fatto conoscere dopo averlo scoperto durante un'esplorazione fra le popolazioni indigene che lo chiamavano "l'albero della salute e della giovinezza". Il frutto del Karitè è composto da noci avvolte da una buccia sottile con all'interno una polpa gelatinosa in cui si trovano i preziosi semi con burro mescolato a lattice...
Le noci vengono polverizzate con mortai di legno ed è un lavoro faticosissimo e stremante sempre a carico delle donne. Quando si ottiene una pasta grezza ripulita dai grumi, si immerge in acqua e mescolata con le mani per ore. Si lascia così l'impasto e piano piano il burro di Karitè si separa dall'acqua galleggiando, le donne con le mani lo recuperano e lo fanno bollire per togliere le impurità finchè diventa una pasta biancastra che verrà divisa in pani e racchiusa tra le foglie del suo albero. Ecco da dove viene il burro di Karitè, dal lungo e faticoso lavoro delle donne africane che ci donano una sostanza così preziosa, idratante, emolliente, per la pelle, per i capelli, per le labbra, per i bambini, come cicatrizzante del cordone ombelicale dei neonati, per i massaggi, per trattamenti reumatici e per mille altre cose...grazie alle donne africane!!!
Articolo interessantissimo!!! Grazie ;)
RispondiEliminaa te bea per essere intervenuta...:)
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